IDENTITÀ
L’Identità è la situazione psicologica e culturale nella quale l’individuo si riconosce ed è riconosciuto come dotato di una propria personalità, unica, irrepetibile e degna di rispetto.
Dimensioni di questa certezza identitaria sono pertanto:
– la percezione personale della propria identità,
– il riconoscimento dell’identità da parte del mondo circostante,
– il riconoscimento del diritto di pari dignità.
Le implicazioni di questo concetto di identità sono infinite ma almeno qualcuna di esse merita attenzione.
Identità e alterità: duplice valore
Va affermato che l’identità esiste nella misura in cui esiste una “alterità”. Un singolo individuo nell’Universo non avrebbe “identità”, nel senso che non avrebbe termini di confronto e la parola stessa perderebbe molto o completamente di significato. L’individuo unico avrebbe un sé, un proprio vissuto, che però non lo identifica perché non c’è necessità di distinguerlo.
L’alterità non è un valore autonomo ma solo una constatazione implicita nell’identità. È la visione della pluralità, come la biodiversità, che è un valore e non annulla la distinzione fra un mammifero e un rettile, come invece immagina che tuona contro l’identità.
Sorge dunque il problema di quanto l’Identità sia compatibile con la molteplicità degli individui.
L’orchestra
Il tema può essere costruttivamente trattato usando l’allegoria di un complesso orchestrale, che per eccellenza è il luogo dove le diverse precise identità degli esecutori concorrono ad un risultato collettivo reale e positivo.
Rimane il fatto che il singolo esecutore orchestrale, anche un solista, deve essere formato e preparato in due direzioni:
– elevata capacità di usare lo strumento in modo identitario,
– elevata capacità di raccordarsi con gli altri.
Sono due componenti che richiedono un attivo e lungo processo di formazione, spesso faticoso, ma indirizzato a realizzare qualcosa di positivo.
In particolare, la capacità di raccordarsi con gli altri è un valore imprescindibile, inseparabile dal corretto concetto di identità.
Il riconoscimento della dignità propria e altrui
Il singolo esecutore orchestrale manca di identità e di professionalità se non condivide un senso di profondo rispetto per gli altri esecutori e se non comprende che anche il più semplice fra i colleghi porta, all’esecuzione complessiva, un valore prezioso ed essenziale. Il tintinnio del triangolo arricchisce l’atmosfera del singolo passaggio musicale di una profondità che impreziosisce anche i soli maestosi violini.
In assenza di ciò il mondo si trasformerebbe in una confusa marea di individualisti, solipsisti, omogenei, indistinguibili, indifferenziati, privi di spinta al miglioramento della propria prestazione (identità) e privi della capacità di agire a vantaggio della collettività (prosocialità).