DIRITTI

Diritto umano è qualcosa che, se negato, lede nella sostanza il senso intero dell’umanità in modo moralmente inaccettabile.

Il concetto di “diritto” si scontra però con due grandi problemi.
Anzitutto il concetto di “ciò che lede in modo sostanziale” varia nel tempo e nello spazio più di quanto si possa credere. I 30 articoli della Dichiarazione Universale approvata nel 1948 non sarebbero stati comprensibili nella Roma di Ottaviano Augusto e non sono attualmente condivisi da una parte dell’umanità.
Inoltre, oggi, come in ogni momento storico, l’essere umano tende a confondere i propri desideri e le proprie aspirazioni con i “diritti”, alterando il senso e il significato del problema.
È complesso e difficile analizzare e dibattere questo quadro, per la sua complessità ma è quantomeno possibile cercar di chiarire le parole che appaiono in questo contesto.

Diritti
– Il concetto di Diritto umano.

Come concetto di base si può ripetere che “Diritto umano” è qualcosa che, se negato, lede nella sostanza il senso intero dell’umanità in modo moralmente inaccettabile.
Il fatto che tale sistema di diritti sia naturale, ovvero intrinseco all’essere umano e non determinato dall’uomo, o che sia positivo, ovvero nato da convenzioni culturali umane non toglie nulla al concetto in sé.
Si può invece riflettere che spesso si fa salire al rango di “diritto” qualcosa che non è tale, come si è già accennato, ma che è solo un’applicazione settoriale del diritto: può esistere il diritto alla proprietà ma non esiste, in sé, il diritto di possedere una pecora o una Ferrari.
– Diritto e necessità.
Necessità è un termine che indica un ineliminabile esigenza, insita nell’individuo, di accedere ad un bene o servizio, indipendentemente dalla sua volontà e coscienza ma logicamente accettato come essenziale per la sopravvivenza.
Il bisogno di alimentarsi, o respirare, ad esempio, è una realtà inviolabile e irrinunciabile, senza la quale non sopravviverebbe né il singolo né la specie. È spontaneo domandarsi se tale categoria di esigenze non debba annoverarsi automaticamente fra i diritti, se non addirittura collocarsi in una prima categoria di diritti assoluti, senza i quali viene minata all’origine la possibilità di esistenza.

Diritti umani essenziali
Sulla base delle considerazioni sopra espresse, si è riformulata una serie di diritti che possono essere ambivalenti, perché rivestono anche il concetto di necessità, e sono condizione irrinunciabili per una sopravvivenza dignitosa, per i singoli e per le Comunità. Devono essere indistintamente riconosciuti a tutti e non possono essere coartati

–  l’alimentazione,
–  il disporre di acqua potabile,
–  la respirazione,
–  il sonno,
–  la sessualità,
–  la salute,
–  la qualità dell’ambiente,
–  la disponibilità di energia,
–  l’accesso alla conoscenza,
–  il lavoro,
–  il riposo,
–  il diritto di movimento,
–  la possibilità di comunicare e interagire con gli altri esseri umani.

Libertà
–  Spazio e confine delle libertà.

Libertà indica la autonoma possibilità di scelta personale e di compimento di una certa azione.
Se è indiscutibile il riconoscimento della libertà di pensiero e la libertà di opinione, non ogni libertà è insindacabile perché deve essere caratterizzata dal non ledere altri soggetti, togliendo loro simmetriche prerogative.
Se è ragionevole una libertà di pensiero e di sentimento, come l’odio, può non essere consentita la sua manifestazione, quando essa sia promotrice di comportamenti violenti o lesivi delle libertà altrui.
–  Possibilità di effettuare scelte.
Scelta” è una selezione fra varie possibilità, che un soggetto compie in base a suoi criteri di convenienza e che concretizza le libertà.
Scelta personale è una dieta vegetariana.
Scelta politica è il voto dato a un partito.

La catena dei diritti e delle libertà
–  Simmetria della libertà.

Se un Diritto è qualcosa di cardinale e indiscutibile, una determinata libertà di scelta può non essere intrinsecamente un diritto e può essere limitata o modificata da una ragione di ordine superiore o da un diritto sovrastante. Ma non solo.
Ogni libertà di scelta deve consentire un’analoga e simmetrica scelta da parte di altri: la mia insindacabile scelta di scegliere la professione di pastore errante è legittima nella misura in cui consente ad altri di scegliere per essere agricoltore stanziale. Abbiamo ambedue il “diritto” di scegliere la propria professione, ma la possibilità di scegliere l’agricoltura è una libertà che, ad esempio, in un paese brullo e montagnoso, può non avere spazio, mentre la libertà di condurre greggi può non essere riconosciuta in una regione con vocazione strettamente agricola.
–  Libertà e convenzioni.
Scelta amministrativa è la circolazione automobilistica sul lato destro. La scelta di circolazione stradale sul lato sinistro sarebbe in sé lecita (e lo è in molti Stati) ma è vietata in molti paesi, che hanno deciso per tutti la circolazione sulla mano destra per ragioni di sicurezza stradale, senza ledere la libertà della popolazione ma anzi cercando di garantire una uniformità di comportamento che innalzi, appunto, il livello di sicurezza di tutti.
–  Libertà di esprimere opinioni.
In un paese di cultura stradale britannica la circolazione stradale avviene sul lato sinistro, con l’eccezione dei sensi unici a singola corsia.
È però immaginabile che un qualunque cittadino britannico, costretto a guidare in vari paesi europei, sostenga pubblicamente la tesi di portare la circolazione sul lato destro anche nel Regno Unito. Se la persona in questione non si fa giustizia da sé, viaggiando contromano, ma fa propaganda per la propria tesi, non può subire processi per aver espresso pubblicamente, e propagandato, le proprie legittime idee.
La scelta di alimentazione vegana può essere in sé lecita ma potrebbe, secondo alcune opinioni nutrizioniste, essere nociva per alcuni organismi. Ai medici contrari al veganesimo deve essere riconosciuto il diritto di opinione e la libertà di esprimerla.
Se poi singoli soggetti faziosi distruggono i negozi vegani, non si può limitare la libertà di espressione dei non vegani ma combattere invece la faziosità violenta.

Opportunità
Opportunità è un insieme di circostanze o di condizioni appropriate che offrono ad un soggetto la possibilità di accedere ad una condizione ritenuta vantaggiosa e, in particolare, consentono di attuare una libertà – scegliersi un tipo di lavoro – e di esercitare un diritto: lavorare.

Una società giusta dovrebbe fornire a tutti suoi membri pari opportunità, nei vari campi sociali, assicurando che non esistano ostacoli di accesso.